LO FANNO LE API, È DOLCE MA NON SOLO
Tutti sanno che il miele lo fanno le api, che è dolce e che fa bene, il miele però può anche essere amaro, può essere solido, o meglio cristallizzato, oppure liquido, chiaro, oppure scuro con tanti gusti e aromi diversi.
COSA FANNO LE API SUI FIORI?
Sono molte le specie di insetti che si nutrono di quanto le piante possono offrire, ma di questi solo le api trasformano il nettare in miele. Il nettare è un liquido zuccherino che molte piante producono per attrarre gli insetti che, visitando i fiori, trasportano il polline e permettono così l’impollinazione di piante anche lontane tra di loro.
COME CONSERVANO IL NETTARE?
Il processo che permette alle api di rendere conservabile il nettare è simile a quello che viene usato per rendere conservabile la frutta estiva, trasformandola in confettura. Consiste nell’eliminazione dell’acqua, fino ad ottenere una concentrazione di sostanze zuccherine così elevata da non permettere il degrado dell’alimento. Nella preparazione di confetture la frutta viene fatta bollire lungamente; le api invece fanno evaporare l’acqua in eccesso con un processo più delicato, una ventilazione a temperatura ambiente, che preserva meglio le sostanze e i profumi dei fiori.
POLLINE E NETTARE
Un errore frequente è di pensare che le api producano il miele a partire dal polline. Il polline ha per le piante una funzione riproduttiva, è però ricco di sostanze alimentari nobili (proteine e vitamine) e costituisce un prezioso alimento per moltissimi insetti. I fiori ne producono quantità molto più abbondanti rispetto a quello che sarebbe necessario per la fecondazione. Le api lo raccolgono grazie a un sistema di “spazzola e pettine”: il polline resta aderente ai folti peli che ricoprono il corpo dell’ape. Con le zampe l’ape si spazzola il corpo e raccoglie così il polline, che poi impasta con una gocciolina di nettare e fa aderire a una speciale parte delle zampe posteriori, le cestella del polline. Le api usano il polline come alimento e lo conservano nei favi dell’alveare, ma non c’entra con la formazione del miele.
LA MELATA
In natura le api dispongono di un’altra fonte di cibo zuccherino: si tratta della melata. Si chiamano “melata” le secrezioni zuccherine di diversi insetti che si nutrono della linfa delle piante. Per ottenere le quantità necessarie di sostanze nobili di cui hanno bisogno per vivere e moltiplicarsi, questi insetti (afidi, cicaline, cocciniglie) sono costretti ad assorbire quantità enormi di linfa. Dopo aver trattenuto le componenti più preziose, emettono all’esterno dei prodotti di scarto in cui le sostanze nutritive, e in particolare gli zuccheri, sono ancora molto abbondanti. Le api utilizzano queste secrezioni come fossero il nettare, per alimentarsi e per farne miele, il miele di melata, appunto, caratterizzato da un colore molto scuro e da una particolare ricchezza nutrizionale rispetto ai mieli di nettare.
DAL NETTARE – MELATA AL MIELE
Per trasportare il nettare le api devono introdurlo all’interno del proprio corpo, in una speciale sacca detta “borsa melaria”. Una volta arrivate all’interno dell’alveare le api scaricano la gocciolina di nettare alle api di casa, che provvederanno a far evaporare l’acqua in eccesso esponendo la gocciolina di miele in formazione all’aria calda e asciutta dell’alveare. La gocciolina sarà poi deposta all’interno delle cellette dei favi dove si completerà il processo di evaporazione dell’acqua (maturazione), fino a raggiungere il livello necessario a rendere conservabile il prodotto. A quel punto la celletta dell’alveare sarà sigillata con uno strato di cera (opercolo).
DAL FAVO AL VASO
Per arrivare alla tavola l’unico passaggio necessario è l’estrazione del miele. Con un coltello o altro attrezzo simile viene rimosso lo strato di cera che chiude le cellette (opercolo) e il miele viene estratto dai favi con un passaggio in un estrattore centrifugo, che per mezzo della rotazione permette di far uscire il miele dai favi senza danneggiarli.
UN ALIMENTO DAVVERO SPECIALE
Il miele è un alimento speciale, che deve tutte le proprie caratteristiche esclusivamente alla natura, al tipo di risorsa raccolta dalla api e al loro lavoro, mentre l’apicoltore si limita ad estralo e a renderlo disponibile. La definizione legale del prodotto prevede proprio che al prodotto commercializzato come “miele” non venga aggiunto nè tolto niente.
I MIELI UNIFLORALI
I mieli uniflorali o monoflorali sono quei mieli che le api ottengono principalmente dal nettare (o dalla melata) di una sola pianta. È possibile ottenerli quando una fioritura è sufficientemente estesa, abbondante e non contemporanea ad altre. L’apicoltore deve in questo caso preoccuparsi di mettere melari vuoti al momento dell’inizio della fioritura e levarlo prima che intervenga una fioritura successiva.
NON MIELE MA MIELI
In Italia non di “miele”, al singolare, si deve parlare, ma di mieli, al plurale. Le differenze che esistono tra un prodotto e l’altro, sono dovute soprattutto alla diversa natura del nettare o della melata di origine. Ne risulta una gamma di prodotti molro diversi per aspetto, colore, odore e sapore. Ogni ambiente e ogni momento dell’anno produrrà quindi un miele diverso e irripetibile.
I MIELI MILLEFIORI
Non è possibile separare in un secondo momento quello che le api raccolgono, nel caso di fioriture contemporanee si otterranno mieli misti, cioè millefiori. Un millefiori non è mai uguale ad un altro, i millefiori sono tanti quante le possibili combinazioni di piante; per cui tanti prodotti diversi con un solo nome.
Non si deve intendere che i mieli millefiori siano meno buoni e pregiati dei mieli monoflora. Anzi i millefiori rappresentano spesso una combinazione di gusti, aromi, colori e consistenza molto ricercata e unica.